Il Conservatorio Etnobotanica è un centro di ricerca e documentazione per lo studio della Botanica applicata e dell’Etnobotanica, con finalità di conservazione del sapere antico e con uno sguardo verso il futuro, l’innovazione e la crescita culturale. Le finalità si possono sintetizzare come segue:
Il cuore pulsante del Conservatorio Etnobotanica e di tutte le collezioni è l’erbario nel quale sono censite e ordinate migliaia di piante. Tra le collezioni si annoverano anche spermoteca e xiloteca che hanno la funzione di censimento di semi e parti di legno. L’allestimento di un erbario, che ha funzione di censimento delle specie botaniche d’interesse etnobotanico, richiede una serie di strumenti e materiali per agevolare il lavoro nelle varie fasi. Qui sono riportati gli strumenti:
La raccolta dei campioni avviene soprattutto quando la specie si trova nella fase di fioritura e/o fruttificazione. Si deve raccogliere l’esemplare intero soprattutto per le specie erbacee e quindi scavare anche con una zappetta estraendo ove possibile la radice. La raccolta della stessa specie può avvenire nelle varie stagioni per avere i caratteri sistematici nelle varie fasi fenologiche (giovanile, fioritura, fruttificazione, seme, ecc.). Per le specie arboree si utilizza una forbice da potatura per raccogliere i rami con le foglie, i frutti e altre parti che possano essere utili per la determinazione. Durante la raccolta dei campioni si fanno una serie di osservazioni sulla zona, la posizione del ritrovamento e l’ecologia. Si annotano data di raccolta e altri elementi servendosi di un quaderno di campagna, un computer, una bussola e una cartina topografica. I campioni si possono raccogliere in contenitori o metterli direttamente nei giornali di essiccazione.
La determinazione di una pianta, consiste nel riconoscerla e identificarla nella famiglia, nel genere, nella specie ed eventualmente nella sottospecie. La lente d’ingrandimento o lo stereoscopio servono per osservare la corolla, la foglia, il seme, la tomentosità e tutti i caratteri che possano avere importanza nell’identificazione . Per altre specie (es. genere Festuca) bisogna preparare dei vetrini con delle sezioni di parti che hanno rilevanza tassonomica e sistematica. La determinazione si fa utilizzando dei libri specialistici e delle chiavi analitiche (dicotomiche d’identificazione) le quali con una buona conoscenza della sistematica e dei vocaboli botanici permette di riconoscerne la specie. Per alcune specie il campione conviene sottoporlo a specialisti della famiglia o del genere, per evitare determinazioni errate.
Il montaggio è la fase che consente di fissare il campione ormai essiccato sul foglio, utilizzando una striscia di carta o un pezzo di nastro adesivo telato e degli spilli metallici. I fogli da erbario in basso sulla destra hanno uno spazio dove è scritto il nome volgare e scientifico in latino (nomenclatura binomia, es. Castanea sativa Miller) con il genere, la specie e il nome di colui che lo ha classificato o eventualmente anche di quello che l’ha riclassificato. Altra indicazione è la famiglia della specie considerata, il legittimario (chi l’ha determinata, il proprietario, chi l’ha raccolta), il luogo (eventualmente coordinate e altitudine) e periodo di raccolta. Sulle note eventuali si possono mettere il nome dialettale, gli utilizzi le credenze sulle piante e tutte le informazioni scientifiche e culturali ritenute utili per chi dovrà studiare la specie erborizzata.
Per la conservazione è necessario un locale fresco, asciutto e areato. In questo locale si sistemano degli scaffali in legno o altro materiale, chiusi o aperti a secondo delle condizioni di luce, perché i campioni devono stare il più possibile al riparo da fonti luminose. Si sistemano in scaffali ordinati per famiglia e in delle cartelline ordinate per genere. Il problema sono i parassiti tra cui alcuni insetti che divorano i vegetali secchi quindi bisogna proteggerli con prodotti chimici (es. naftalina, canfora) che spesso risultano più nocivi all’uomo, oppure congelare una volta l’anno il campione ben chiuso nella plastica per devitalizzare gli organismi dannosi. Sicuramente una soluzione migliore è il controllo della temperatura, con un condizionatore oppure ubicando la stanza di conservazione in un locale dove la temperatura, mantiene una temperatura al di sotto dei 18 C°. Accanto alla stanza di conservazione serve un locale per l’osservazione con stereoscopio e altri strumenti, un computer o un registro dove sono inventariate tutte le specie presenti nell’erbario.