Insieme ad altre specifiche realtà d’Italia (Liguria, Valtellina, penisola sorrentina, cilento ecc.) Castelluccio Superiore condivide la caratteristica dei terrazzamenti o orti pensili, qui chiamate “misule”. Esse costituiscono un’identità particolare, una specificità.
Questi antichi terrazzamenti sono stati letteralmente rubati alle ripide pendenze del costone su cui sorge il paese, creati principalmente per avere terreni adatti alle colture nelle immediate vicinanze delle abitazioni, testimonianza di un uso cosciente del territorio.
Sono ubicati in pieno centro storico e in località molto vicine al paese, ove in antichità i monaci “Basiliani” prima e i castelluccesi poi, coltivavano ogni varietà di piante officinali, ortaggi e legumi per la sussistenza familiare. Questo fu reso possibile grazie alle doti della popolazione nella gestione dell’acqua che, attraverso canali e condotti veniva portata nelle “misule” e in alcune vi era un rigido e preciso orario di utilizzo.
La popolazione ha utilizzato fino a qualche anno fa, e in parte utilizza ancora, questi antichissimi terrazzamenti, sopratutto per gli ortaggi e piante officinali.
Le “misule” variano da quelle con una piccola superfice, mq.15 quelle del “Timpone” nel centro storico, a quelle piu grandi, mq.750 a “S.Elia”. In molti casi l’accesso avviene direttamente dalle abitazione private, molte sono cinte da antiche mura “cinte murarie” che le proteggevano da accessi indesiderati.
Quelle del “Lavatoio”, le più estese, si trovano sul promontorio che sovrasta Castelluccio Inferiore, una sorta di anfiteatro esposto a sud, a 680 mt. s.l.m. e si estendono su di una superficie di circa 37.000 mq. a cavallo dei due comuni.
La linea di demarcazione che divide i due comuni, li attraversa in modo netto, tanto che alcune di esse si trovano in parte nel comune di Castelluccio Superiore e in parte in quello di Inferiore, a dimostrazione della combattuta divisione dei territori (demani) fra le due comunità iniziata nel 1812 dall’agente partitore Angelo Masci.
Sono solcate da un antico sistema di irrigazione proveniente dalla omonima sorgente che si trova a monte.
Il suo utilizzo era molto rigido e numerosi sono i documenti che dimostrano le tante controversie che si sono succedute per il controllo dei turni di irrigazione fra le due comunità.
Le acque salutari della sorgente, venivano usate anche per lavare i maiali che ivi venivano condotti dai cittadini di Castelluccio Superiore, pare che avessero insieme alle ortiche -molto frequenti in zona- poteri curativi per le zampe di questi animali.
Le “Misule del Castello”, si trovano in pieno centro abitato, sotto l’antica rocca o castello, di cui adesso ci sono solo pochissime tracce nel rione di “Postigastiddr” -Porta del Castello-.
Erano attraversate dalla condotta che portava l’acqua, dalla sorgente “Cruopo e Piscicolo della Manca”, al pubblico fonte sito in Piazza Plebiscito, nell’antichità unico punto di approvvigionamento idrico per tutti i cittadini del paese.
Di essa è rimasto traccia sulle mappe catastali. Nelle immediate vicinanze si trova l’antico serbatoio di accumulo dell’acqua potabile. La loro posizione, posta al riparo dei venti freddi del nord e l’esposizione a sud, le rende fertilissime. Infatti con la loro posizione si inserisce al meglio nella “Valle del Mercure” interessata da un clima che riceve l’influenza di diversi fattori, siamo nella “Terra dei 3 Mari” l’antica Lucania, Terra del Sole Mediterraneo, Terra della eccellenza, biodiversità europea e delle aree protette dei 3 Parchi nazionali: Pollino, Lagonegrese, Cilento e Diano.
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere
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